Il direttivo

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martedì 25 maggio 2010

GUARDARE AL FUTURO DELL'ITALIA CON GLI OCCHI DEI BAMBINI

23 MAGGIO 2010: Manifestazione per non dimenticare i 5.000.000 di bambini mai nati e i 120.000 bambini nati grazie ai Centri di aiuto alla vita


“Quel piccolo bambino nato o non ancora nato è stato creato per una grande cosa: amare ed essere amato” (Madre Teresa)





mercoledì 19 maggio 2010

LA VERGOGNA DI ROSSANO CALABRO IGNORATA DA GIORNALI E TELEVISIONE ITALIANI

«Quel bimbo gemeva. Basta aborti tardivi»

Angelo (lo chiameremo così), abortito volontariamente il 24 aprile scorso all’ospedale di Rossano Calabro quando era un feto già di almeno 22 settimane, «è sopravvissuto senza alcuna cura per 24 ore, dodici delle quali in gran parte notturne, in grave ipotermia», adagiato su una ciotola di metallo «poggiata su di un carrello». Un fatto che non ha granché scosso i media nazionali (mentre ha fatto scalpore su quelli internazionali), ma che nella ricostruzione del sottosegretario Eugenia Roccella - chiamata a rispondere a un’interpellanza urgente della deputata Udc Luisa Santolini - suona ancora drammatico. Coperto da un telo in attesa di essere gettato tra i "rifiuti speciali" dell’ospedale, Angelo è stato dimenticato lì, finché il giorno dopo una dottoressa passata per caso non ha «percepito un rumore. Rimosso il telo potè verificare la presenza di un neonato» ancora capace di emettere gli ultimi gemiti. Dopo l’aborto - ha spiegato il viceministro alla Salute - «supponendo la diagnosi di morte certa non è stato chiamato né il pediatra né il rianimatore. Il neonato è stato avvolto nel telo e adagiato su un fasciatoio in attesa di un suo trasporto nella camera mortuaria, e in tale luogo è rimasto», continuando a gemere e lottare per la vita tutta la notte e il mattino successivo.

Non solo un evento umanamente e moralmente terrificante, ma anche una totale infrazione della legge 194 ("Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza") che così dice: dopo i tre mesi di gravidanza, è possibile abortire esclusivamente in due casi, ovvero quando la gravidanza comporti un grave pericolo di vita per la donna, e quando nel nascituro siano accertate anomalie non solo "rilevanti" ma anche determinanti un "grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna"; non solo: quando ormai c’è la possibilità che il nascituro abbia già vita autonoma (e alla 22esima settimana questo avviene già con una certa frequenza) l’aborto può essere praticato esclusivamente nel primo caso (grave pericolo per la vita della donna) e "il medico che esegue l’intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto". Angelo non aveva alcuna "rilevante" malformazione, solo una palatoschisi (il labbro leporino), eppure un medico del dipartimento di salute mentale di Cosenza ha dato il via libera, certificando in quel labbro leporino «un grave pericolo per la salute psichica» della madre. E di salvaguardare la sua vita nessuno si è comunque sognato.

«Non si è a conoscenza di cosa sarebbe successo se fosse stato subito soccorso adeguatamente in un ospedale attrezzato», ha rilevato la Roccella, ricordando l’inutile corsa alla terapia intensiva neonatale di Cosenza, «ma sicuramente ha dimostrato di aver avuto capacità di vita autonoma, nonostante il completo abbandono». Per un aborto così a "rischio sopravvivenza" «era necessario un ospedale e del personale attrezzato per grandi prematuri», ha ricordato. Di qui l’impegno del governo «che sta valutando quale strumento utilizzare per vietare gli aborti oltre la 22esima settimana di gravidanza, come ormai conviene l’intera comunità scientifica» (alla 24esima settimana il 50% dei feti ha già vita autonoma), «e affinché le interruzioni di gravidanza tra la 20esima e la 22esima settimana siano effettuate solo presso unità ospedaliere con terapia intensiva neonatale». Perché se un altro feto sfuggisse alle maglie della morte e venisse al mondo vivo, riceva le stesse cure di qualsiasi bimbo nato prematuro, uguale a lui ma non chiamato aborto né rifiuto speciale.

Lucia Bellaspiga
 
FONTE AVVENIRE

mercoledì 12 maggio 2010

LA VITA UMANA: PRIMA MERAVIGLIA!


Emozionati e commossi. Bocche aperte, occhi spalancati e umidi, un nodo in gola, il cuore che si stringe…


Ci si sente proprio così durante la visione del filmato “LA VITA UMANA: PRIMA MERAVIGLIA”, un eccezionale video realizzato dal regista Marco Tumbiolo facendo uso di moderne tecniche di ripresa e animazione. Il video mostra il misterioso sviluppo dell'embrione dalla fecondazione alla nascita.

Chi guarda il video difficilmente potrà rimanere insensibile: la vita umana non ha paragoni al mondo!

Lo spettatore ha veramente la sensazione di partecipare e toccare con mano il miracolo della vita!

E’ stato così anche martedì 11 maggio 2010 per i partecipanti al 5° incontro del corso di sensibilizzazione “L’INVIOLABILITA’ DELLA VITA UMANA” promosso dal MpV di Marsala



Il video mostra i primi nove mesi della nostra vita che passiamo nel grembo della madre. Questo è il periodo della nostra vita in cui si lotta per se stessi più intensamente che in tutta la nostra esistenza.

Ogni cellula umana ha un nucleo che contiene 46 cromosomi. Essi sono fatti di molecole, che chiamiamo geni. Dai geni ci differenziamo dagli altri esseri umani. Le cellule hanno un` identica combinazione genetica chiamata DNA.

Dalla adolescenza in poi maturano le cellule sessuali. L`incontro tra il ovulo e lo spermatozoo succede nel corpo della donna. Questo e` il momento magico del concepimento. I cromosomi si confondono e si scambiano i geni. Il feto comincia a svilupparsi. Certo si tratta di un essere umano con un proprio patrimonio genetico e quindi con un'identità genetica completamente diversa dalla madre. Si tratta solo di dare del tempo a questo piccolo embrione: sarà morula, feto, bambino, fanciullo.....: è la vita che si espande in tappe successive.

Come volontari della vita ci proponiamo di difendere la vita umana in tutto l’arco del suo sviluppo e fino alla morte naturale, ma attribuiamo una importanza decisiva alla tutela della vita umana nascente, con particolare attenzione a quella appena concepita. Pertanto perseguiremo tutte quelle iniziative idonee a promuoverne il riconoscimento, la difesa e l’accoglienza.

STATUTO DEL MOVIMENTO PER LA VITA DI MARSALA

STATUTO DEL MOVIMENTO PER LA VITA DI MARSALA


NORME GENERALI

Art. 1

E’ costituita l’Associazione di promozione sociale denominata “Movimento per la vita di Marsala” con sede presso i locali della Chiesa Madonna della Sapienza in Via Giovanni Falcone 13A a Marsala.

L’Associazione persegue esclusive finalità di solidarietà sociale.

Art. 2

Il Movimento per la vita di Marsala aderisce, quale socio ordinario con vincolo federativo alla Federazione dei Movimenti per la vita e Centro di aiuto alla vita d’Italia, di cui condivide l’ispirazione e le finalità. Analogamente aderisce alla propria Federazione Regionale.

Art. 3

L’ordinamento e l’organizzazione dell’Associazione sono regolati dagli artt. 36, 37 e 38 del Codice Civile, dalla Legge 11/8/1991 n° 266 e dalle norme applicative stabilite dalla Regione, nonché dallo Statuto e dall’Atto Costitutivo. L’Associazione non ha fini di lucro, neppure indiretto, e opera esclusivamente per fini di solidarietà, avvalendosi in modo determinante o prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti, comprese le cariche. Sono particolarmente invitate le persone che rappresentano gruppi, associazioni o enti che perseguono finalità simili o affini a quelle proprie del Movimento per la vita. E’ una realtà “apartitica”. E’ fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto i proventi e gli avanzi di gestione che saranno reinvestiti a favore delle proprie attività istituzionali.

Art. 4

COSTITUITO IL “MOVIMENTO PER LA VITA DI MARSALA”

“Il valore della vita sia sempre un diritto fondamentale e inviolabile per tutti” è il messaggio che intende diffondere nel proprio territorio l’associazione “Movimento per la vita di Marsala”, fondata lo scorso 6 maggio, festa di San Domenico Savio, il Santo delle partorienti e dei nascituri.

La costituzione dell’associazione è avvenuta al termine dei sei incontri del Corso di sensibilizzazione “L’inviolabilità della vita umana”, iniziato lo scorso 8 aprile.

Ben diciotto, degli oltre trenta partecipanti al corso, hanno infatti deciso di dare concretezza a quanto acquisito durante gli interessantissimi incontri, approvando, martedì 6 maggio 2010, lo Statuto della nuova Associazione ed eleggendo Saladino Vittore Presidente ed Agate Giuseppa , Bonomo Rosanna, Di Dia Benedetto, Fici Antonella, Giacalone Simonetta, Patti Nicola , Rallo Salvatore e Titone Giovanna Consiglieri.

Il gruppo è già al lavoro. Attraverso una lettera inviata a tutti i parroci, agli insegnanti, alle associazioni e alle istituzioni di Marsala, il Movimento per la vita di Marsala auspica una reciproca e fruttuosa collaborazione per tutte quelle iniziative che possono contribuire alla difesa e alla promozione della vita e della dignità umana di ogni essere vivente sin dal suo concepimento, in tutto l’arco del suo sviluppo e fino alla morte naturale.

Prossimo appuntamento, intanto, sabato 5 giugno, alle ore 21.00, presso l’Auditorium Santa Cecilia a Marsala, per un concerto gratuito di violini, che inaugurerà l’inizio delle attività del “Movimento per la vita di Marsala”.

lunedì 3 maggio 2010

Evangelium Vitae - La Magna Charta della bioetica Cattolica

Non è certo facile, in poco più di un ora, riuscire a tracciare un quadro esaustivo, chiaro e valido dell’Enciclica Evangelium Vitae, scritta nel 1995 da Giovanni Paolo II; specialmente se la si introduce partendo sin dal pensiero dei Padri della Chiesa, per giungere – non prima di aver parlato dell’aborto e dell’embrione secondo le principali religioni – ai principali documenti del Magistero della Chiesa Cattolica sul tema della difesa della vita.

Bisogna quindi riconoscere il merito del Prof. Paolo Mirabile, che giovedì 29 aprile, durante il 4° incontro del Corso di sensibilizzazione promosso dal Movimento per la Vita di Marsala, ha saputo spiegare con chiarezza, semplicità e passione quella che è considerata una vera e propria summa del pensiero cattolico in materia di bioetica.

Infatti, essa è solo il punto di arrivo di un cammino trentennale di riflessione sulle questioni della vita.

Allo stesso tempo, però – ha detto il Prof. Mirabile – è il punto di partenza per un rinnovato impegno a favore di una cultura della vita.

Nella grave situazione in cui si trova l’attuale società – in cui non soltanto la vita è messa seriamente in pericolo in conseguenza di prassi sociali e politiche di un certo tipo, ma si assiste ad una vera e propria congiura nei confronti della vita – occorre – dice Giovanni Paolo II nell’Enciclica – che la proposta di una cultura della vita trovi compimento nello sforzo complessivo per una rinnovata comprensione del fatto educativo, centrale sia a livello personale che collettivo.

L’ultima parte dell’Enciclica non a caso è un appello in questa direzione, affinchè i singoli cristiani, come i vari gruppi (vedi Movimento per la Vita) si facciano portatori di un messaggio che non è tuttavia messaggio di una parte contro un’altra, ma per tutti, anche per quegli uomini di buona volontà che possono giungere per mezzo della semplice ragione a riconoscere la base comune del rispetto per la vita (EV. 101).

Nel contesto in cui viviamo, dove vi è un eclissi radicale non soltanto del senso della vita, ma più ampiamente del senso dell’uomo in relazione a Dio, “la proposta di E.V. non è una proposta puramente culturale, una sorta di corrente di pensiero che si pone accanto alle altre nel dibattito, o nella battaglia, sulla pubblica arena. La proposta in questione – ha concluso il Prof. Mirabile – si da come proposta reale, personale e concreta, perché concretamente operante nella figura di Gesù, ed in particolare nella drammaticità della Passione, che rivela misteriosamente il senso di una vita rifiorente dalla morte (EV. 50). Questo è importante, perché significa che norma universale e concreta dell’agire cristiano non è altro che la PERSONA DI GESU’”.

Giovanni Paolo II in un certo senso intuisce la grande portata della cosiddetta BIO-POLITICA: La vita, cioè, non è semplicemente questione privata, ma è questione originariamente pubblica.