Il direttivo

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martedì 23 novembre 2010

Costituita l’EQUIPE GIOVANI del Movimento per la Vita di Marsala

Il 19/11/2010 si è costituita l’equipe giovani del Movimento per la Vita di Marsala.
I ragazzi che hanno formato il gruppo sono Sardo Marika, Adragna Laura Silvana,
Ardagna Valentina, Bonetto Adriana, Luana Buffa e Fabiana Brugnone. Le ragazze
saranno guidate dal presidente del MPV Marsala Vittore Saladino, il quale era entusiasta di questo evento.
L’equipe giovani sarà un importante punto di riferimento per l’intera associazione tra le cui proprie finalità assume particolare rilievo proprio quella educativa per favorire fra i giovani la formazione di una mentalità rispettosa della dignità della vita umana in ogni sua fase.
L’equipe giovani ha come obbiettivo quello di trasmettere i valori del MPV, ovvero “difendere la vita dal suo concepimento fino alla morte naturale” fra i loro coetanei, attraverso vari eventi.
I giovani infatti saranno impegnati a coordinare progetti di promozione e formazione rivolti ai ragazzi sia in ambito bioetico sia per il volontariato nelle strutture del Movimento.
Il gruppo è aperto a chiunque vorrà farne parte. Per informazioni si può scrivere all’indirizzo e-mail mpvgiovanimarsala@libero.it oppure visitare il blog www.mpvgiovani-marsala.blogspot.com

Sardo Marika

sabato 13 novembre 2010

LA VITA E IL CONTESTO CULTURALE ODIERNO

“La vita corporea, fisica, dell’uomo è il valore fondamentale (principio di indisponibilità), per mezzo del quale la persona umana si realizza ed entra nel tempo e nello spazio, manifesta la propria libertà, progetta il futuro, manifesta la socialità entrando in relazioni con gli altri. Soltanto il bene spirituale e totale della persona si colloca sopra il valore fondamentale della vita fisica, e solo a motivo del bene spirituale della persona è possibile sacrificare la vita corporea.


Dal riconoscimento del valore fondamentale della vita fisica scaturisce il riconoscimento del diritto fondamentale alla vita fisica (principio di inviolabilità), diritto che non può essere violato neppure per favorire la vita di altri, perché la persona umana è fine in sé, totalità di valore e non una parte della società”.

Ci aveva lasciato con queste appassionanti considerazioni il prof. Mirabile al termine del secondo incontro. Egli tuttavia ci aveva avvisato su come sia frastornata e distratta la nostra società, in cui sembra oscurarsi la luce della vita; allo stesso tempo ci ha spronati facendoci riflettere su quanto sia fondamentale che in questa società, ci siano persone, soprattutto giovani pronti a prendersi cura della vita.

A darci un quadro più chiaro e delineato, a tratti sconfortante, del contesto culturale odierno, è intervenuto nel terzo incontro del seminario il dott. Vincenzo Savatteri, responsabile del Ser.T. di Marsala, criminologo e docente di Criminologia all’Università degli studi di Palermo e Messina e illustre esperto di fenomeni isoterici.

Appare ormai a tutti evidente quanto, in una società caratterizzata dall’individualismo esasperante e dalla mancata percezione dei veri valori della vita, sia venuta meno la responsabilità di ognuno di prendersi cura dell’altro, della vita dell’altro.

Sorge invece qualche dubbio in merito ai vari interessi che inducono intere generazioni ad avere determinati comportamenti che stanno sempre più disintegrando i vecchi modelli delle relazioni umane e sociali.

Il dott. Savatteri, partendo da recenti fatti di cronaca, ha spiegato ai partecipanti del seminario in che modo, attraverso un linguaggio subdolo, ambiguo, premeditato e scrupoloso, si diffonde una cultura della morte.

È ormai prassi assodata quella di camuffare significati gravi e inaccettabili con parole poco comprensibili o gradevoli o addirittura attraenti (interruzione di gravidanza anziché aborto/omicidio; dolce morte o eutanasia anziché privazione della libertà; etc…).

Fra i casi eclatanti il dott. Savatteri ha citato la stanza della morte in Svizzera chiamata “dignitas” (una struttura

“Educare alla pienezza della vita”

Pubblicato il messaggio per la 33ª Giornata Nazionale per la vita (6 febbraio 2011)


L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione.

Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa di aiuto.

Come osserva Papa Benedetto XVI, «alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita» (Lettera alla Diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, 21 gennaio 2008). Con preoccupante frequenza, la cronaca riferisce episodi di efferata violenza: creature a cui è impedito di nascere, esistenze brutalmente spezzate, anziani abbandonati, vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro.