Il direttivo

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lunedì 18 marzo 2013

PROFILI DI UNA TEORIA DELLA DIFFERENZA SESSUALE



“La nostra epoca, segnata dai progressi della scienza e della tecnica, si avvia, verso il futuro dell’uomo bionico, del post-umano, del Cyborg, dell’asessuato.Il genere umano sembra andare incontro a una configurazione neutra, per meglio dire, indifferenziata, tendente ad astrarre dalla dimensione concreta e biogeneticamente determinata della persona umana sessuata.In un futuro che non appare poi tanto lontano, c’è la possibilità per la donna di mettere al mondo un figlio esclusivamente da sola senza il contributo genetico dell’uomo, attraverso cellule germinali maschili prodotte da cellule staminali del proprio midollo osseo e i propri ovuli”.
La Prof.ssa Fedele durante il suo intervento a Marsala
Sono queste le preoccupazioni di carattere etico che hanno spinto il Movimento per la vita di Marsala a prendere in seria considerazione il problema della differenza sessuale e a destinare il penultimo incontro del Seminario di Bioetica a questo delicato e spinoso tema.
A relazionare, venerdì 15 marzo, è stata invitata la Prof.ssa Maria Rita Fedele, dottore di ricerca in Pedagogia e didattica in prospettiva interculturale presso l’Università di Palermo e Bioeticista presso la Scuola di Specializzazione in Bioetica e Sessuologia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma.
In un periodo in cui la differenza sessuale non è affrontata come una “questione ontologica” (cioè la “natura” da cui deriva la differenza tra uomini e donne è rifiutata poiché destina le donne a compiti meramente riproduttivi e la sottopone alla superiorità dell’uomo), si corre il rischio dello “svuotamento del valore della differenza sessuale ed eclissi della genitorialità biologica”.
È questo lo scenario che il futuro ci riserva se la differenza sessuale non viene affrontata come una “questione ontologica”- ha dichiarato la relatrice.
A un’ontologia della differenza fra uomo e donna, in altri termini, si giunge prendendo sul serio il fenomeno biologico della differenza sessuale, evitando di farne un accidente empirico di una soggettività neutra, che si rapporterebbe al proprio corpo così come ci si rapporta a un abito di cui si è rivestiti. “Uomo” e “donna” non sono “qualcosa”, ma “qualcuno”.
Occorre comprendere