Il direttivo

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giovedì 27 marzo 2014

ALIMENTAZIONE SANA E ATTIVITA' FISICA PER UNA MIGLIORE QUALITA' DELLA VITA



Concluso il 3° incontro del Seminario di Bioetica organizzato dal Movimento per la vita MARSALA


Da sx: Dott. Dario Craparotta, Giusy Barraco, Vittore Saladino
Sebbene lo specifico del Movimento per la vita ONLUS Marsala è la difesa della vita umana nascente, tra le sue finalità assume particolare rilievo quella educativa per la formazione di una mentalità rispettosa della dignità della vita umana in ogni sua fase.

Prendersi cura della vita in tutto l’arco della sua vita è, insomma, la mission della nostra associazione.

Subito dopo il diritto inalienabile e fondamentale alla vita, consideriamo, la salute, come un diritto che si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone.

Per millenni la malattia è stata considerata un fenomeno magico-religioso.

Negli ultimi anni l’attenzione è maggiormente rivolta al raggiungimento di due obiettivi strategici: promozione e prevenzione della salute,

Nel tempo, sul concetto di salute e sulla sua definizione, si è sviluppato un dibattito internazionale e sono state formulate alcune proposte di definizione alternativa. Fino ad ora però hanno avuto poco successo e quindi la definizione dell'OMS rimane ancora un punto di partenza e di riferimento.

La salute, è infatti definita nella Costituzione dell'OMS, come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia",

I fattori che sono tenuti maggiormente sotto controllo per rilevare lo stato di salute di una persona sono: l’alimentazione, l’attività fisica, l’alcol e il fumo, argomenti fissati dall’associazione pro-life lilybetana per il seminario di Bioetica che ha raggiunto ieri, mercoledi 26 marzo, il giro di boa.

Si è infatti svolto presso i Salesiani a Marsala il terzo dei cinque incontri programmati, cui tema era, appunto, stili alimentari e prevenzione nei giovani e l’educazione dei giovani allo sport.

Dott. Dario Craparotta, nutrizionista
A relazionare sul primo interessante argomento è stato chiamato il dott. Dario Craparotta, nutrizionista. Durante la sua interessante esposizione egli ha riferito, innanzitutto, che l’alimentazione dev'essere sana ed equilibrata. Deve contenere tutte le sostanze nutritive necessarie al nostro organismo per svolgere le sue funzioni, ovvero proteine, carboidrati, grassi, vitamine, acqua, fibre , e sali minerali. In particolare, dovrebbero essere assunte almeno cinque porzioni tra frutta e verdura al giorno.

Ha inoltre parlato dei disturbi legati all’alimentazione: obesità e sovrappeso.

Infine ha illustrato due gravi patologie che colpiscono soprattutto i giovani: anoressia e bulimia.

L’Anoressia nervosa è caratterizzata dal rifiuto del cibo che nasce dal terrore di ingrassare. Oltre al digiuno, l’anoressico spesso si autoprovoca il vomito anche dopo aver ingerito minime quantità di cibo.
Questo soggetto si sottopone a diete ferree e spesso pratica l’esercizio fisico in maniera eccessiva. In molti casi usa anche regolarmente lassativi.
L’anoressico si pesa in continuazione e rifiuta di riconoscere che il suo aspetto, caratterizzato da una magrezza eccessiva, non è certo gradevole.
Con l’anoressia sorge quasi sempre l’amenorrea (cessazione del ciclo mestruale), inoltre l’anoressico spesso presenta stipsi (defeca sempre più raramente), secchezza della pelle e senso di freddo.
La pratica del vomito indotto provoca danni allo stomaco ed ai denti.
Nel 10% dei casi si giunge fino alla morte.

La Bulimia, invece, è un problema dell’alimentazione per cui una persona ingurgita una quantità di cibo esorbitante, perde completamente il controllo sull’atto del mangiare e continua ad ingerire cibo finchè non si sente male.
Dopo l’ “abbuffata”, il bulimico si autoprovoca il vomito per tranquillizzare la propria coscienza.
Le crisi bulimiche avvengono in solitudine e di nascosto, in quanto il soggetto bulimico si vergogna delle sue abitudini alimentari patologiche.
Spesso, come l’Anoressico, anche il Bulimico ricorre a lassativi e diuretici.

Il dott. Craparotta ha spiegato i sintomi da cui potersi accorgere tempestivamente dell’insorgere dell’Anoressia e della Bulimia - nozioni importanti soprattutto per i genitori - e le modalità di intervento e di guarigione.

L’altro argomento in programma era l’educazione allo sport nei giovani.

A trattare questo importante tema è stata Giusy Barraco, campionessa italiana di nuoto paraolimpico.

Giusy Barraco, campionessa italiana nuoto paraolimpico
La giovane marsalese - insieme al Dott. Craparotta -, ha affermato che l’attività fisica influisce positivamente su vari aspetti del nostro organismo, apportando benefici a livello cardiovascolare, infatti migliora la funzionalità cardiaca, previene malattie cardiovascolari, quali ipertensione arteriosa e ictus; a livello muscolo-scheletrico incrementa la forza, la flessibilità, l'equilibrio e la coordinazione; a livello del metabolismo corporeo contribuisce a prevenire patologie quali diabete mellito e sindrome metabolica.

Il suo intervento però si è soffermato sui numerosi benefici derivanti dallo sport anche dal punto di vista psicologico, riducendo lo stress e le tensioni nervose e facendo trovare autostima.

A partire dalla sua esperienza personale, ha infatti raccontato ai presenti, la sua storia: la storia di una ragazza disabile, affetta, a partire dai 13 anni di età, da una sindrome neurologica ereditaria a carico del sistema nervoso periferico nota come “malattia di Charcot-Marie-Tooth o CMT”, sottotipo della distrofia muscolare.

“Charcot Marie tooth - ha raccontato Giusy - ha cambiato la mia vita conducendomi nel buio dove non esiste più la melodia della vita, dove non si incontra nessuno, dove il paesaggio è qualcosa che fa solo nascere la tristezza la disperazione, la desolazione e il cuore dell’anima perde la luce, e dove la speranza è qualcosa che sembra essere morta. Tutto questo perché le ho permesso di invadere la mia vita e ho creduto che per me davvero non c’era speranza.
L’attività fisica, lo sport ed in particolare il nuoto hanno infuso in me forza, fiducia e coraggio.
Sono questi i requisiti essenziali che devo avere per affrontare le gare di ogni giorno, quelle che le mie condizioni fisiche mi impongono.
Dopo anni bui, in cui sono stata costretta a lasciare il lavoro per mobbing, perdendo anche fiducia in me stessa faticando terribilmente a ridare un senso alla mia vita, ho scoperto il nuoto e ho iniziato ad allenarmi.
L’acqua è l’unico posto dove mi possa sentire libera di muovermi come tutti gli altri, in una dimensione speciale, non più “diversamente” ma totalmente abile… così grazie a questo sport, ho ritrovato la voglia di vivere e di andare avanti, di accettare le sfide e di credere in me stessa”


Commovente, ma allo stesso tempo entusiasmante, la testimonianza di Giusy che finora, come ci ha raccontato, ha potuto partecipare a diverse gare grazie al sostegno economico di amici, società, enti ed organizzazioni. Tutte queste persone hanno contribuito a realizzare il suo sogno sportivo, nonché sua ragione di vita, permettendole di vincere alcune medaglie, ma soprattutto una: la medaglia d’oro nel dorso paraolimpico il 12 luglio 2013, stabilendo il record nazionale nella sua categoria.
Il 22 febbraio 2014 ha raggiunto un altro traguardo importante, salire al podio piu’ alto conquistando la medaglia d’oro ai Campionati Italiani di nuoto paraolimpico.

“Lo sport come ancora di salvezza. Lo sport come motore essenziale della propria esistenza”.
Questo il messaggio che Giusy ha rivolto ai partecipanti al seminario e che continua a lanciare a quanti incontra giornalmente.

“Con il cuore carico di emozioni – ha terminato Giusy - continuo a credere che tutti i sogni si possono realizzare, basta crederci con determinazione e non arrendersi di fronte agli ostacoli!”.

Alcuni partecipanti al seminario

Il prossimo incontro si terrà il 23 APRILE 2014 presso l'Opera Santuario Madonna di Fatima a Birgi e il tema sarà l'alcol che è una sostanza tossica, responsabile di danni a carico del fegato, dello stomaco, del sistema nervoso, disturbi di tipo psicologico e problemi sociali e relazione e indicheremo possibili vie d'uscita dalla dipendenza.

venerdì 14 marzo 2014

DIFENDERE IL BENE “FERTILITÀ”

Il Metodo Billings, questo sconosciuto!

Antonino Monteleone e Loredana Giacalone
Nonostante enormi passi avanti si sono già fatti per la difesa della donna, purtroppo, ancora oggi, risulta quanto mai necessario trovare nuove e coraggiose vie per difenderNe la dignità e la promozione della sua femminilità.

In una società schizofrenica che lotta, si agita, spende mari di parole e fiumi di inchiostro per difendere la qualsivoglia stranezza, sembra ci siamo dimenticati di difendere ciò che di più prezioso l’essere umano possa avere: la fertilità.

Ai nostri giovani si dice di tutto ma non gli si spiega la verità su come preservare la propria salute dal punto di vista ginecologico in modo da assumersi personalmente la responsabilità della propria fertilità, per esempio.

Si offrono pacchetti già pre-confezionati per ‘risolvere’ gli incidenti di percorso (aborto per gravidanze indesiderate; fecondazione in vitro per gravidanze che tardano ad arrivare…), senza fornire alcuna verità sui seri danni - di carattere fisico, psichico e spirituale - che da essi ne possono derivare (cfr. http://mpv-marsala.blogspot.it/2013/02/le-conseguenze-dellaborto.html e http://www.uccronline.it/2011/09/08/documentario-mostra-i-rischi-della-fecondazione-assistita-sulla-donna/).

Far comprendere, invece, alla donna il proprio ciclo, dà ad essa, non solo una più profonda percezione della propria femminilità e della propria dignità come donna, ma allo stesso tempo, ella si accorgerà tempestivamente di eventuali anomalie.

Strumento importantissimo per consentire tale conoscenza è sicuramente IL METODO DELL'OVULAZIONE BILLINGS per la regolazione naturale della fertilità (M.O.B.).

Il M.O.B. è stato l’argomento trattato dai coniugi Monteleone/Giacalone durante lo scorso incontro del Seminario di Bioetica organizzato dal Movimento per la Vita Onlus Marsala mercoledì 12 marzo presso i locali della parrocchia Maria SS. Madre della Chiesa in contrada Ciancio a Marsala.

Le donne - ha riferito Loredana Giacalone, insegnante del M.O.B. - imparano a riconoscere nel proprio ciclo mestruale, attraverso l’osservazione e la registrazione, la fase fertile in cui può verificarsi il concepimento divenendo in questo modo consapevoli quando un rapporto sessuale può condurre alla gravidanza e quando invece non può portare ad essa.

Il M.O.B. arricchisce la donna di una conoscenza che la valorizza agli occhi del marito e accresce in lei la stima di sé, allorché assume la responsabilità della propria fertilità.


La sua efficacia per ottenere o distanziare la gravidanza è stata provata da numerosi studi condotti in diversi Paesi del mondo. È un metodo realmente universale perche è molto semplice da applicare e può essere compreso anche da persone povere o analfabete, può essere usato in tutte le circostanze della vita riproduttiva della donna, a prescindere dalla regolarità o irregolarità dei cicli, durante l'allattamento, in premenopausa ecc. Essendo un metodo naturale e accettabile da persone di differenti culture e religioni.

Un altro grande vantaggio del M.O.B. e che esso promuove la comunicazione e la comprensione tra uomo e donna, sviluppa tra loro la collaborazione e una condivisione della responsabilità su questo aspetto cosi importante della vita di coppia; il numero e l'educazione dei figli.

L'apprendimento di un metodo naturale come il metodo Billings è un itinerario molto serio, non si pu imparare da soli, ma richiede la guida di un'insegnante.

I coniugi Nino Monteleone e Loredana Giacalone sono disponibili, in modo gratuito, a guidare la coppia nella scoperta e nell'approfondimento dei valori umani legati alla sessualità e alla trasmissione della vita.

Chi desidera contattare i Coniugi Monteleone può richiedere i loro recapiti alla nostra associazione all’indirizzo e-mail mpv.marsala@gmail.com

mercoledì 5 marzo 2014

INTERVISTA AL PROF. COGNATO, INTERVENUTO AL SEMINARIO DI BIOETICA ORGANIZZATO DAL MOVIMENTO PER LA VITA DI MARSALA

Dieci domande per comprendere meglio il valore della vita, obiettivi e strategie da attuare per la sua difesa.

IL PROSSIMO INCONTRO DEL SEMINARIO DI BIOETICA E' PREVISTO MERCOLEDI 12 MARZO ORE 17.00 PRESSO I LOCALI DELLA PARROCCHIA CIANCIO A MARSALA

Prof. Pietro Cognato

·        Grazie prof. Cognato per aver accettato di relazionare al nostro seminario. Le abbiamo chiesto di parlarci di Bioetica. Ci dica cos’è?

La parola Bioetica è un neologismo coniato da Potter negli anni 70 per indicare una esigenza relativa alla salvaguardia del nostro pianeta. Secondo l’oncologo statunitense era necessario, viste le repentine scoperte scientifiche e la invasiva applicazione tecnica in ogni ambito della vita sulla terra, cominciare a pensare in maniera sistemica, cioè all’opposto di una mentalità a compartimenti stagno. Egli plasticamente parla di un ponte tra le conoscenze scientifiche (espresse tutte dal suffisso “bio”) e la cultura umanistica umanistica (espressa dalla parola “etica”). In altri termini, era necessario cominciare a pensare e ragionare avendo come obiettivo lo sviluppo sostenibile del pianeta. Oggetto, dunque, della incipiente riflessione bioetica fu la “sopravvivenza” del pianeta, non più da intendere secondo il paradigma darwiniano di una sopravvivenza frutto di scontri tra forze e di causalità genetico-ambientali, piuttosto una sopravvivenza quale risultante di una concertazione ragionevole/razionale tra le parti in causa, che sono poi tutti i soggetti coinvolti nella difesa della vita sul pianeta. La sfida fu ed è quella del dialogo tra la generazione presente per garantire  le generazioni future.

·        Quale consigli per far conoscere la Bioetica oggi?

Se volete fare bioetica e cercare di raggiungere più persone possibili, non dovete presentare la bioetica come una disciplina che si consuma solo nell’alveo della medicina e dei problemi che essa solleva quando incontra le questioni relative al vivere e al morire. Proprio partendo da queste cruciali questioni, sarebbe il caso che si presentasse la bioetica innanzitutto come una esigenza globale per la salvaguardia della identità dell’uomo, identità che passa per la cruna delle concezioni capitali del nascere e del morire, dell’essere curati ed accompagnati. Insomma una bioetica come cultura della vita e per la vita. Faccio un esempio: se sentiamo la parola bioetica, pensiamo alla questione ecologica? Se ciò non accade è perché la bioetica nel nostro paese, ma non solo ha subìto una riduzione concettuale, perdendo di vista il suo ampio respiro, che spazia dalle questioni inerenti la medicina sino a quelle a carattere ambientale. Allora, studiare la bioetica per un movimento per la vita, sebbene questo sia segnato storicamente dal fatto di essere nato per ribadire con forza la difesa del nascituro sin  dal concepimento, dovrebbe, vista la velocità con cui si susseguono gli avvenimenti storici, cominciare ad allargare i suoi orizzonti, ad occuparsi cioè anche di altro, non per mire che non siano quelle di intercettare la sensibilità morale, che funziona come un sismografo che registra i vari smottamenti della nostra società.

·         Di cosa si occupa la Bioetica?

Al di là delle intenzioni del coniatore di questo nuovo termine che da più di quarant’anni catalizza molti dibattiti culturali a più livelli (da quelli televisivi a quelli sulla carta stampata fino ai consessi accademici), la Bioetica è  un tentativo di rispondere ad un’emergenza morale che ha una peculiarità, ovvero l’esperienza disorientante del rapporto assolutamente inedito tra natura e tecnica. In altri termini, la riflessione che essa porta avanti si occupa di comprendere tutti quei problemi morali che sono, o attinenti o conseguenti, al rapporto strettissimo tra natura e tecnica. Questo rapporto esiste da quando l’uomo ha messo piede sulla