Il direttivo

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domenica 17 ottobre 2010

UNA PIACEVOLE SORPRESA: poste le basi per favorire nella nostra città una riflessione che tenda a promuovere e a sviluppare una cultura consapevole e rispettosa del valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale

È stata una piacevole sorpresa vedersi presentare al primo incontro del seminario informativo organizzato dal MpV di Marsala, oltre 50 uomini e donne, tra i 17 e 60 anni.


Gli stessi organizzatori, che pur si sono mossi in lungo e largo nelle settimane precedenti per promuovere il seminario, non si aspettavano una così numerosa partecipazione.

A dispetto di quanto si è tentati di pensare c’è quindi ancora tanta gente che trova il tempo e il coraggio di incontrarsi per portare avanti battaglie di testimonianza, culturali, capaci di attrarre ed educare i giovani agli altissimi valori del rispetto della vita.

Coraggio, si. Occorre proprio del coraggio perché oggi parlare di vita nascente, di difesa dei diritti fondamentali, di promozione della dignità della persona fin dal suo concepimento e denunciare lo scandalo di una società, di uno Stato che dice alla donna: “Ecco, accomodati, ti ho preparato un luogo pulito, sicuro e confortevole dove tu possa uccidere tuo figlio gratuitamente e da oggi ti offro la possibilità di scegliere l’arma che più gradisci: i ferri del chirurgo o una pillola” attira senza dubbi la riprovazione di femministe e di politici, e spesso significa rimanere emarginati, essere guardati come dei matti, residui del passato, non solo rispetto alla cultura radicale e di sinistra, ma purtroppo a volte anche nel mondo cattolico stesso.

Ma grazie a Dio c’è ancora chi, spinto solo dall’amore per la vita e in difesa dei più deboli (e chi è più debole di chi sta per nascere o è appena stato concepito?) desidera – nonostante i tanti ostacoli – costruire una cultura della vita e una civiltà dell’amore.

E non si tratta di sentimentalismo, come potrebbero essere portati a pensare taluni; né soltanto di difesa di principi morali o di fede.

Si tratta di chi,
profondamente disgustato e offeso per i tremendi crimini che si compiono ogni giorno con l’aborto, con l’eutanasia o il suicidio medicalmente assistito, e sconcertato per l’inerzia con cui noi italiani assistiamo immobili, ha deciso di lottare a denti stretti per la difesa della vita. È evidente infatti che senza difesa della vita umana non può esservi solidarietà, né rinnovamento della società, né uguaglianza, né libertà, né democrazia, né realizzazione dei diritti umani e né pace.

Una ventata di nuova cultura, da quasi un anno, quindi, si sta immettendo a Marsala. Per il secondo anno consecutivo il Movimento per la Vita di Marsala ha organizzato un corso di sensibilizzazione sulle tematiche inerenti la maternità e la vita prenatale, e quest’anno le iscrizioni sono state addirittura maggiori di quelle dell’anno precedente.

Il seminario promosso quest’anno – che si svolgerà in 10 incontri a cadenza mensile – ha come tema “PRENDERSI CURA DELLA VITA”.

“Abbiamo voluto dare come titolo a questo seminario ‘PRENDERSI CURA DELLA VITA’ – ha dichiarato il presidente Vittore Saladino nel suo messaggio introduttivo del corso – perché ‘prendersi cura della vita’ è ora più che mai un esigenza. Fin dal concepimento l’essere umano merita di essere riconosciuto, rispettato, difeso, amato e servito come uno di noi, uguale in dignità e diritti. Merita cioè che ci si “prenda cura” della persona nella sua integralità. E questo perché la vita, quella di chiunque: ricco o povero, sano o malato, giovane o vecchio – e senza distinzione di razza o religione – è un diritto inviolabile. E se esso è inviolabile ognuno di noi deve assumersi le sue responsabilità nei confronti della vita e agire con tempestività e informazione dettagliata sulla questione”.

Fornire una informazione dettagliata sulla difesa della vita è appunto lo scopo del corso che ha avuto come relatore del primo appuntamento Paolo Mirabile, professore di religione e laureato in bioetica all’università di Messina.

“Che la vita umana abbia una sua intangibilità di principio è un’affermazione condivisa – ha affermato Mirabile.

Tuttavia – ha proseguito il relatore – ci sono alcune evenienze in cui il diritto alla vita dell’individuo cede il passo ad altri diritti; essi sono quattro: la pena di morte, la cosiddetta “guerra giusta”; la legittima difesa; il rischio doveroso della propria incolumità.

Essi introducono un criterio di precarietà esistenziale. Fa dipendere cioè il mantenimento in vita di un essere umano da condizioni esterne ad esso e giudicate da un altro uomo che ne consente l’esistenza.

Le eccezioni a cui ha fatto riferimento il prof. Mirabile costituiscono delle fattispecie ben precise, talora discutibili ma in nulla assimilabili all’aborto, che, quindi non può ritenersi ad alcun titolo legittimato.

“Si pensi ad esempio – ha puntualizzato Mirabile – all’assoluto arbitrio legislativo che fissa nei 90 giorni l’epoca entro cui si può praticare l’aborto. Che succede al 91° giorno? In virtù di che cosa per un solo giorno l’embrione acquisisce una intangibilità esistenziale. E anche questa non è assoluta. Per chi conosce la l.194 – ha continuato Mirabile – in caso di malformazione l’embrione perde ancora questa intangibilità”.

In effetti, chi sostiene la liceità della’aborto “solo in alcuni casi”, invoca il principio secondo il quale quando un valore lo si mette a confronto con altri altrettanto fondamentali nasce il conflitto e la conseguente necessità di una scelta. Quello che ha voluto sottolineare il relatore è che ogni motivazione si traduce di fatto in una violenza sulla vita stessa, un’affermazione del potere di vita e di morte su un altro essere umano. Inoltre ciò che è valido per me può non esserlo per un altro e viceversa. Chi sindacherà su tali criteri di validità e se una valida motivazione esiste per la vita intrauterina perché non prenderla in considerazione per quella già nata. È per questo che spesso viene detto, e non a torto, che l’aborto costituisce in un certo senso la matrice di ogni altro attentato alla vita umana. Ma non è solo questa la peculiarità dell’aborto rispetto ad ogni altra violenza sulla vita. Forse il contrasto più stridente che esso provoca è quello di un atto contro la vita paradossalmente eseguito e permesso da chi è costitutivamente posto a sua tutela: la madre; la medicina; la legge statale.

Un discorso razionale basato su argomentazioni etiche quello del prof. Mirabile che – durante il tempo concessogli – oltre ad aver accennato ai vari tipi di aborto (terapeutico, eugenetico, dopo violenza carnale) ha affrontato delicati temi come l’eutanasia.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 28 ottobre; ma attraverso facebook – su cui il Movimento per la Vita di Marsala ha creato un gruppo – e grazie al proprio blog (www.mpv-marsala.blogspot.com) è possibile prolungare l’interessante riflessione sorta al termine dell’incontro.

Speriamo si riesca a coinvolgere sempre più gente affinché si possa favorire nella nostra città una riflessione che tenda a promuovere e a sviluppare una cultura consapevole e rispettosa del valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale.



Vittore Saladino

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