Il direttivo

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venerdì 29 ottobre 2010

Bioetica si dice in molti sensi

Il Movimento per la vita ne fa oggetto di studio del suo seminario affinchè entri sempre più nel quotidiano

Nei nostri giorni, ormai molto spesso, si sente la parola “bioetica” legata a varie situazioni definite “limite” che riguardano la vita dell’uomo.

Ma cosa si vuole intendere col termine “bioetica”?

Il professor Paolo Mirabile, intervenuto al secondo incontro del seminario “PRENDERSI CURA DELLA VITA” organizzato dal Movimento per la Vita di Marsala ha presentato sommariamente, ma con molta dedizione, i vari modelli di riferimento in bioetica.

Il termine "bioetica" fu introdotto nel 1970 dall’oncologo Van Rensselaer Potter come "una nuova disciplina che combinasse la conoscenza biologica con la conoscenza del sistema dei valori umani"; egli aveva infatti compreso che l’uso indiscriminato del sapere scientifico-tecnologico può rappresentare un serio pericolo per la sopravvivenza dell’uomo, anzi di tutte le specie viventi sulla terra.

Oggetto della bioetica sono gli interventi dell’uomo sulla vita umana resi possibili dalle scoperte scientifiche. Perciò la bioetica si può definire con E. Sgreccia: “Quella parte della filosofia morale che considera la liceità o meno degli interventi sulla vita dell’uomo e, particolarmente, di quegli interventi connessi con la pratica e lo sviluppo delle scienze mediche e biologiche”. Sono interventi che hanno l’uomo come protagonista e destinatario. Soggetto e non oggetto.

L’universo della bioetica si presenta però in modo articolato e complesso, "bioetica si dice in molti sensi".

Attualmente, infatti, possiamo distinguere quattro modelli, ognuno dei quali si caratterizza per un differente criterio antropologico e, di conseguenza, per una diversa formulazione del giudizio etico.

In realtà tutti sono d’accordo nel ritenere l’uomo al centro della riflessione etica, ma non tutti hanno la stessa opinione sull’uomo, per cui il problema morale finisce per diventare un problema antropologico. In altre parole, dalle diverse concezioni che si hanno sull’uomo derivano i diversi modelli etici e, da questi, le diverse bioetiche.

a) Modello liberal-radicale (fondazione soggettiva), fondato sulla libertà: i valori sono fondati non sulla verità ma sul soggetto che segue le sue inclinazioni momentanee;

b) Modello pragmatico-utilitarista (fondazione intersoggettiva), fondato sull’utilità sociale, intesa come valore: è etico ciò che è utile e piacevole e che è espressione (mutevole) della cultura di un luogo in un dato tempo;

c) Modello della responsabilità che richiama l’atteggiamento di colui che, prima di intervenire a determinare o modificare un certo stato di cose, valuta le possibili conseguenze delle proprie azioni: «res-pondere» significa, infatti, soppesare un’azione, un evento. Quando in bioetica parliamo di responsabilità, non intendiamo riferirci ad un aspetto specifico, bensì al valore per eccellenza che ha motivato la sua nascita e ne guida lo sviluppo, cioè “lo scopo della conservazione della vita. La vita che vuole venire al mondo quindi ha il diritto di nascere e l’uomo ha il dovere di farla nascere: il dovere per eccellenza. Lo scopo della natura nella visione della responsabilità è un ‘valore’;

d) Modello personalista (fondazione oggettivo-metafisica), proposto dai cattolici, fondato sulla persona intesa come realtà singola ma anche come l’insieme delle persone. Nasce dalla concezione filosofica dell’uomo come persona, nella quale l’essere dell’universo raggiunge la massima espressione, mentre lo stesso mondo materiale acquista il suo significato. La stessa evoluzione ha nell’uomo il suo vertice. La persona umana ha, quindi, nel mondo un primato (in senso cristiano l’uomo è al centro dell’attenzione di Dio che si fa uomo per redimerlo), perciò anche la società va considerata in funzione dell’uomo, non viceversa.

Potter già nel 1970 aveva compreso che l’uso indiscriminato del sapere scientifico-tecnologico può rappresentare un serio pericolo per la sopravvivenza dell’uomo, anzi di tutte le specie viventi sulla terra. Paradossalmente, proprio il progresso scientifico, che mira a conferire all’uomo una migliore qualità di vita, può tragicamente insidiare la vita stessa; oggi questo grido di allarme sembra quanto mai attuale e si guarda con preoccupazione, per citare alcuni degli aspetti più emblematici del problema, alle conquiste dell’ingegneria genetica ed alle sue applicazioni (manipolazione delle strutture viventi, clonazione e costruzione di armi biologiche), all’inquinamento, alle armi nucleari e chimiche, ecc.

Considerando l'importanza e l'attualità di tali argomenti, il Movimento per la vita di Marsala ha deciso di approfondire l'argomento “Bioetica”, facendone oggetto di studio, grazie al contributo del prof. Paolo Mirabile, nei primi due incontri del seminario. Durante il prossimo incontro, previsto per giovedì 11 novembre, sarà invece proposta, a cura del dott. Vincenzo Savatteri, responsabile del Ser.T. di Marsala e stimato criminologo, una riflessione sulla vita e il contesto culturale odierno approfondendo alcuni elementi caratterizzanti il tempo attuale.

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