Il direttivo

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domenica 6 novembre 2011

"CONCEZIONE DELLA SESSUALITÀ NELLE CORRENTI FILOSOFICHE - DALL'ESISTENZIALISMO AL PERSONALISMO E LA VISIONE BIBLICA DELLA SESSUALITÀ"

Siamo abituati a sentire parlare di sessualità riferendosi solo alla biologia, senza toccare gli aspetti psicologici dell'attrazione e delle pulsioni, che sono quelli a cui tutti, in special modo gli adolescenti, sono più interessati.
Abitualmente ci si limita a parlare solamente dell'uso di anticoncezionali come il profilattico e la pillola e i loro possibili ‘benefici’ nel limitare il numero di figli nati fuori del matrimonio, le ragazze madri e le malattie trasmesse sessualmente, come l'AIDS.
A volte si affronta l'origine e lo sviluppo di un nuovo essere umano, partendo dalla fecondazione, parlando poi dello sviluppo dell'embrione e del feto, per arrivare al parto.
Ma sentire parlare di sessualità sotto il profilo filosofico e soprattutto religioso, approfondendone i concetti con alcuni passi e libri della Bibbia è per molti una novità. Esiste tuttora la concezione che la sessualità non c’entri niente con la filosofia e soprattutto con la religione; anzi la religione stessa è considerata retrograda su questo tema e non ne ha la competenza, l’autorità e l’idoneità per poterne parlare.
Ha suscitato per cui una piacevole meraviglia il tema affrontato durante il primo dei sei incontri del seminario organizzato dal Movimento per la vita di Marsala, “Educare alla sessualità, educare alla vita”.
Il prof. Paolo Mirabile, docente di Religione e dottore in Filosofia, ha avuto assegnato il difficile compito di presentare la sessualità umana sotto il profilo filosofico e secondo la visione biblica.
I commenti, gli interventi, i contributi e i complimenti espressi nella parte finale dell’incontro dagli uditori, confermano che il relatore ha svelato un aspetto della sessualità a molti sconosciuto o poco considerato.

Anzi, sono stati gli stessi partecipanti, circa 90 persone, di tipologia diversa e in maggioranza giovani, a sottolineare durante lo spazio dedicato agli interventi, l’utilità di questo genere di incontri e l’opportunità che questi vengano presi ad esempio o adottati all’interno di percorsi scolastici o nell’itinerario di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi.
Pur se la filosofia in epoca moderna, non si è impegnata che sporadicamente sul terreno della sessualità, il prof. Mirabile ha riportato le varie correnti filosofiche e i vari filosofi che si sono pronunciati su questo fondamentale argomento: Montaigne, Kant, il neo-marxismo, Sartre, Marcuse, Mounier.
La relazione sessuale secondo Kant può essere naturale quando avviene con una persona con la quale è possibile la procreazione. Tutto cambia con la svolta verso il soggetto operata sia dal neo-marxismo sia dall’esistenzialismo ateo, in particolare, è con l’interpretazione materialistica e monistica del neo-marxismo di marca esistenzialista di Sartre e Marcuse che avviene una politicizzazione del corpo. Il corpo esaurisce la totalità dell’uomo e delle sue esperienza. Per Marcuse ad esempio il corpo è il luogo, oltre che il mezzo della liberazione del soggetto; riappropriarsi del corpo vuol dire liberare la persona umana dai vincoli del lavoro dipendente e dalla istituzionalizzazione del matrimonio; significa fallo diventare il luogo del piacere e del gioco: una visione che ha sicuramente giocato e gioca un ruolo non indifferente nella coscienza contemporanea abituata a pensare e vivere la sessualtià come “consumo” e come libertà assoluto… sapendo che la libertà assoluta genera mostri.
Diversa è la concezione personalista della sessualità e del corpo, cui filosofi di notevole spessore furono
Gabriel Marcel ed Emmanuel Mounier. Anzitutto il cristianesimo, specie nella sua declinazione cattolica, ha inserito - per universale riconoscimento - nella storia del pensiero occidentale la stessa nozione di persona intesa come essere sussistente, cosciente, libero e responsabile.
A termine di quest’analisi filosofica il prof. Mirabile ha esposto li punto di vista sulla sessualità della Bibbia a partire dalla desacralizzazione della sessualità e la conseguente umanizzazione del sesso.
Testo biblico a cui ha fatto maggior ricorso durante la sua relazione il prof. Mirabile è stato il Cantico di Cantici che risulta come un inno all’eros, con l’esaltazione della bellezza femminile e dell’amore divampante descritto nella sua densità e carica di particolari. Tuttavia, ha fatto notare Mirabile, la sessualità nella Bibbia non è tutta rose e fiori, vi si evidenzia infatti anche una forte ambiguità drammatica: rutto il tessuto storico della Bibbia fa da sfondo, raccontando tradimenti, adulteri, tentazioni, lotte.
Punto di riferimento fondamentale per ciò che riguarda la teologia biblica della sessualità rimane ‘il racconto delle origini’, sia per il significato che assume nel contesto della Sacra Scrittura, sia perché Cristo stesso vi si richiama esplicitamente (Mt 19,8). Nel racconto della Genesi sono individuabili una serie di diverse tradizioni raccolte da autori diversi in diverse epoche storiche come la fonte “sacerdotale” secondo la quale la sessualità è vita innanzitutto come costitutivo irrinunciabile della persona e la fonte “jahwista” secondo la quale l’elemento affettivo-relazionale ha priorità sulla funzione riproduttiva: cioè la creazione è incompleta, non si può vivere da soli.
Secondo quest’ultima fonte la sessualità nella Bibbia ha al suo centro la relazionalità, per cui possiamo dire che la generazione nasce dalla relazione: il verbo “conoscere” è indicativo di ciò. Di importanza fondamentale è il senso stesso di tale sessualità, presentata come “dono-buono-della-creazione”. In questo senso essa non viene idolatrata – come avviene purtroppo oggi – né svalutata come in certe correnti ascetiche stile new-age. Essa viene valorizzata solo quando la sua legge intrinseca aderisce al piano di Dio. Sintetizzando possiamo dire che la sessualità è il luogo della rivelazione.
Il prof. Mirabile ha infine concluso il suo intervento con una approfondita analisi del Cantico dei Cantici, la cui modernità è davvero sorprendente. L’amore che i suoi versi celebrano è UNICO (che è più di monogamico); ETERNO e non solo formalmente indissolubile; PARITARIO senza alcuna subordinazione del ruolo femminile; UNITIVO e cioè fecondo (che è più che strumentalmente riproduttivo); TOTALE perché nella pienezza della sua espressione corporea, cioè spirituale, affettivo e corporeo al tempo stesso.
Vittore Saladino

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