Il direttivo

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lunedì 3 maggio 2010

Evangelium Vitae - La Magna Charta della bioetica Cattolica

Non è certo facile, in poco più di un ora, riuscire a tracciare un quadro esaustivo, chiaro e valido dell’Enciclica Evangelium Vitae, scritta nel 1995 da Giovanni Paolo II; specialmente se la si introduce partendo sin dal pensiero dei Padri della Chiesa, per giungere – non prima di aver parlato dell’aborto e dell’embrione secondo le principali religioni – ai principali documenti del Magistero della Chiesa Cattolica sul tema della difesa della vita.

Bisogna quindi riconoscere il merito del Prof. Paolo Mirabile, che giovedì 29 aprile, durante il 4° incontro del Corso di sensibilizzazione promosso dal Movimento per la Vita di Marsala, ha saputo spiegare con chiarezza, semplicità e passione quella che è considerata una vera e propria summa del pensiero cattolico in materia di bioetica.

Infatti, essa è solo il punto di arrivo di un cammino trentennale di riflessione sulle questioni della vita.

Allo stesso tempo, però – ha detto il Prof. Mirabile – è il punto di partenza per un rinnovato impegno a favore di una cultura della vita.

Nella grave situazione in cui si trova l’attuale società – in cui non soltanto la vita è messa seriamente in pericolo in conseguenza di prassi sociali e politiche di un certo tipo, ma si assiste ad una vera e propria congiura nei confronti della vita – occorre – dice Giovanni Paolo II nell’Enciclica – che la proposta di una cultura della vita trovi compimento nello sforzo complessivo per una rinnovata comprensione del fatto educativo, centrale sia a livello personale che collettivo.

L’ultima parte dell’Enciclica non a caso è un appello in questa direzione, affinchè i singoli cristiani, come i vari gruppi (vedi Movimento per la Vita) si facciano portatori di un messaggio che non è tuttavia messaggio di una parte contro un’altra, ma per tutti, anche per quegli uomini di buona volontà che possono giungere per mezzo della semplice ragione a riconoscere la base comune del rispetto per la vita (EV. 101).

Nel contesto in cui viviamo, dove vi è un eclissi radicale non soltanto del senso della vita, ma più ampiamente del senso dell’uomo in relazione a Dio, “la proposta di E.V. non è una proposta puramente culturale, una sorta di corrente di pensiero che si pone accanto alle altre nel dibattito, o nella battaglia, sulla pubblica arena. La proposta in questione – ha concluso il Prof. Mirabile – si da come proposta reale, personale e concreta, perché concretamente operante nella figura di Gesù, ed in particolare nella drammaticità della Passione, che rivela misteriosamente il senso di una vita rifiorente dalla morte (EV. 50). Questo è importante, perché significa che norma universale e concreta dell’agire cristiano non è altro che la PERSONA DI GESU’”.

Giovanni Paolo II in un certo senso intuisce la grande portata della cosiddetta BIO-POLITICA: La vita, cioè, non è semplicemente questione privata, ma è questione originariamente pubblica.

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