Il direttivo

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martedì 1 febbraio 2011

FONDAMENTI BIBLICI DELLA BIOETICA

La Bibbia e la Bioetica si muovono su un terreno comune e hanno molti punti di contatto e discussione.
Ne risulta ciò dall’incontro tenuto da don Nicola Patti venerdì 28 gennaio nel 6° appuntamento del Seminario informativo “PRENDERSI CURA DELLA VITA” organizzato dal Movimento per la Vita di Marsala.
“La Bibbia, - ha spiegato il presule che ha ottenuto lo scorso anno il Master in Bioetica presso la facoltà di Messina - con le sue pagine che percorrono millenni e coprono distanze di tempo, di mentalità e di conoscenze, e la Bioetica, scienza moderna e attuale, trovano un unico punto di incontro nell’interesse per l’uomo, la sua vita e la sua qualità. Infatti, tema fondamentale della Bibbia, attorno a cui ruotano tutti gli altri, è l’uomo e la sua vita: in tutte le sue componenti e nella sua dimensione fisica, psichica e spirituale; l’uomo nella differenziazione sessuale in maschio e femmina; l’uomo in relazione con gli altri esseri viventi e con il creato che lo circonda; l’uomo che si confronta con i drammi del dolore, della sofferenza e della morte; l’uomo che cerca l’equilibrio con se stesso nel rapporto con i bambini, gli anziani, i malati”.
“Nel testo sacro non potranno essere rintracciate delle leggi valide oggi nel nostro contesto culturale e storico, - ha evidenziato don Nicola nel suo intervento - ma dei principi base su cui fondare e orientare i principi odierni della nuova scienza”.
Dalle parole del sacerdote si evince come la Bibbia, manifestando continuamente in tutti i suoi libri la preoccupazione etica per il valore della vita, per la sua qualità e per la sua sanità e accompagnando il cammino dell’uomo, i suoi dubbi e le sue domande di senso, può essere certamente un sostegno per la Bioetica.
Il relatore ha quindi spiegato le differenti visioni della vita e della morte tra Antico e Nuovo Testamento ed ha quindi evidenziato come il morire cristiano sia rispettoso della condizione e della dignità dell’uomo.
Per l’Antico Testamento, che ha ignorato per lungo tempo uno sfociare ultraterreno della vita, la vita terrena ha costituito da sempre il “massimo bene”. Solo nei testi sapienziali si comincia a relativizzare il valore di una vita molto lunga e fortunata come massimo bene e si lascia intravedere un valore nuovo e assoluto nella comunione e amicizia con Dio, che si prolunga oltre la morte, nella vita ultraterrena.
Per il Nuovo Testamento la vita è Cristo. Questa è la novità principale del NT: come Dio, anche Cristo ha in sé la vita (Gv 1,4; 14,6); per amore del padre e dei fratelli, Egli dà la Sua vita (Gv 10,11.15; 1 Gv 3,16). Sorretto dallo Spirito Santo, che è il principio fondamentale della vita nuova del credente il cristiano cammina verso la vita “eterna” (Rm 8), tanto da vivere in maniera completamente innestata in Cristo attraverso Cristo in Dio (Rm 14,7-8; 2Cor 5,15).
Sia l’AT, sia il NT hanno una considerazione alta e profonda della vita, considerata sempre in relazione a Dio. La vita è vista come la pienezza delle facoltà dell’uomo, il piacere che accompagna le sue funzioni vitali, l’integrazione nel mondo e nella propria società. Al contrario la morte è negazione di tutto ciò.
La sostanziale differenze è che l’uomo dell’AT attendeva la fine inesorabile come naturale conclusione di ogni essere vivente. Al di fuori di questa vita tutto è evanescenza. Lo stesso rapporto con Dio è visto in funzione di questa vita e si realizza nel campo dell’esistenza terrena e storica dell’uomo.
Gesù Cristo, il Risorto e Vivente, ha gettato le basi per una diversa “cultura” della morte, tanto diversa dalla cultura sia antico testamentaria, sia laica e laicizzante. Una cultura cristiana del morire, fatta di speranza, di vita oltre la morte, che offre fondamenti e prepara atteggiamenti nuovi per una bioetica del morire umano.
Un morire che ridà senso e significato a tuta la vita vissuta e che non sia vissuto come momento fugace e inaspettato. Morte e morire dell’uomo vengono compresi come ultimo momento terreno dell’esistenza e alla luce della pasqua, primo momento di una esistenza nuova. Tutto il percorso biblico mette in evidenza i principi fondamentali per una vita che sia dignitosa, qualitativamente appagante, in tutte le sue componenti e dimensioni. Acquistano così significato i principi che stanno a cuore alla Bioetica: il valore e la qualità della vita e la sua pienezza; la riqualificazione del corpo e del sesso; la sanità fisica e psichica, l’estensione e l’allargamento degli anni di vita, il superamento e al risoluzione di ogni forma di malattia, sofferenza e dolore; il tentativo di considerare la qualità non solo della vita, ma anche, se non soprattutto, la qualità del morire umano e della morte.

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